a voi la lettura:
L’oblio… essere sospesi… sospesi dove?
In uno spazio buio, ma non spaventoso. Siamo li e poco importa tenere gli occhi
aperti o chiusi. Mentre il fiato si spezza, sentiamo un duro colpo di vuoto
inferto al nostro petto… Vorremmo rifugiarci in un pianto, ma, purtroppo,
ancora non riusciamo ad ascoltarci e continuiamo a vivere imponendoci di sapere
cos’è che vogliamo. L’abitudine è rassicurante, i desideri precari e portatori
di sofferenze. Tante scuse, tante giustificazioni per le nostre scelte,
inevitabilmente sbagliate. Siamo pronti a condannare i nostri errori commessi
dagli altri. Ci sforziamo. La paura di ferire gli altri è forte, talmente forte
da inibire il nostro volere. E ci adattiamo, cerchiamo altri punti di vista.
Pensiamo che non sia poi così male ciò che proviamo, ma una parte di noi sa che
non è abbastanza: non è mai abbastanza! “Il sale scende dagli occhi”, splendida
canzone. Che cos’ho che non va? Che fine ha fatto l’entusiasmo che mi
appartiene? Non basta sapere di avere degli amici. Ho bisogno di crearmi un
microcosmo, all’interno di questa grande avventura. Non ho punti fissi. Non c’è
un faro che mi dia riferimento, anzi, sono io che dovrei darmi forza, ma ogni
volta si accende una tenue luce, ogni volta in un punto diverso. Io, fiducioso
e insicuro le seguo tutte, ma si spengono così velocemente che la testa
comincia a girare, come un vortice inarrestabile che ha preso tante lucciole
giganti. Lo sguardo si leva verso l’alto, ma la confusione ha la meglio e,
mentre le luci vanno sempre più in alto, ci sentiamo sprofondare e, ancora una
volta, ci lasciamo sopraffare, inermi, dai dubbi e dalle paure.
È la condizione dell’essere umano non
superficiale che, non a caso, si definisce profondo.
Non ci sono maestri di vita che non
vivano questa continua e lacerante esperienza. Le dottrine e le filosofie di
vita sono tutti escamotages per alienarsi da sé e vivere, felici e contenti,
passeggiando sulle nuvole. Eppure c’è ancora
qualcosa che mi sfugge: le persone non affrontano la vita allo stesso
modo. Conosco persone profonde e intelligenti che sembrano aver superato questa
insicurezza: come hanno fatto? Si sono semplicemente rassegnati? Hanno trovato
vita nel vortice dell’incertezza? Dov’è che nasce il piacere di vivere così?
Abbiamo tutti bisogno di coccole e osservare i bambini non ci aiuta ad essere
più credibili: c’insegna ad essere più veri. I bambini vivono ogni cosa con
un’esasperata intensità, ma non avvertono le responsabilità e le conseguenze di
ciò che fanno. Io queste cose le avverto e so che mi sentirei in colpa se le
ignorassi, quindi: cosa fare?
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